"La situazione delle imprese non solo non migliora ma ci sono seri rischi di peggioramento. Penso ai fatturati aziendali e all’occupazione. La situazione politica di oggi non sembra avere né le caratteristiche né le prospettive di lungo periodo e questa mancanza di stabilità finirà per attenuare fortemente le sue potenzialità. La dialettica politica sull’Imu serve a ben poco se il risultato finale sarà quello di presentare lo stesso esborso con un nome diverso. Le imprese hanno bisogno di risposte immediate e concrete: meno tasse, meno burocrazia, più credito.
Se vogliamo sostenere la ripresa sono indispensabili alcune azioni. La prima è quella di alleggerire il carico fiscale sulle imprese. E senza fare una sorta di gioco delle tre carte al termine del quale sono cambiati i fattori della tassazione ma non cambia il risultato e cioè il totale di quanto un’impresa è chiamata a versare, sotto diverse voci, allo Stato. La vicenda dell’Imu è, a questo proposito, assolutamente esemplare. E’ vero che questo rappresenta un problema per le famiglie ma è ancora più certo che è un vero e proprio dramma per le imprese, costrette a pagare un’imposta sui locali nei quali lavorano come se fossero una villa per le vacanze. Qui non si tratta di cambiarle nome o di rinviarne la riscossione: o la si elimina o ci si prende in giro.
Ho perso il conto degli anni da quando sollecitiamo una contrazione dei passaggi e dei tempi burocratici. La pubblica amministrazione ha avviato il processo di sburocratizzazione e di “decertificazione”. Il problema è che lo ha solo avviato. E da troppo tempo. Adesso dovremmo vedere la conclusione e non l’inizio di questo processo.
Infine il credito. Basilea ha paralizzato il rapporto tra banche e piccola impresa. Anzi, ha fatto di peggio: ha ingessato e quindi reso inutile il fondamentale e diretto rapporto tra piccolo imprenditore e banca e la provincia di Taranto è l’emblema di questa paralisi. Adesso contano esclusivamente parametri contabili e numerici, validi indistintamente per tutti e decisi da pochi per tutti. Questo sistema rende vana la progettualità e la creatività degli imprenditori e penso soprattutto ai più giovani. La nostra proposta è di creare per il nostro territorio una sorta di “zona franca” nel sistema del credito. Destinata esclusivamente alle piccole imprese e regolata dai criteri generali che dovrebbero essere alla base del rapporto tra sistema del credito e sistema imprenditoriale. Se progettualità e creatività avranno la possibilità di essere finanziate, allora avremo veramente opportunità di ripresa. Se non riparte il credito non riparte proprio nulla. La desolazione è che questo problema viene gridato in ogni parte d’Italia ma non succede mai nulla. Ma possibile che non ci sia una Autorità capace di far ristabilire questo rapporto banca e piccola impresa? E’ possibile che con i soldi pubblici si aiuta più volte il sistema bancario e non si è in grado di far si che le banche a loro volta aiutino il sistema impresa, che produce poi gran parte di quei soldi pubblici?
La provincia di Taranto è piena di sportelli bancari. Praticamente c’è tutto il panorama del credito. Ma allora di cosa si stanno occupando? Su cosa si concentra il core business delle banche a Taranto, visto che gli impieghi nei confronti dell’impresa sono pressocchè fermi da diverso tempo? Immagino quindi che le banche siano concentrate solo sulla raccolta del risparmio, tradendo quindi la missione di una qualsiasi tipologia di Banca, che “in armonia con i principi del credito, si estrinseca nel soddisfacimento della clientela, nella gratificazione dei soci e nello sviluppo economico e sociale delle comunità che risiedono ed operano nel territorio presidiato”.
Abbiamo grandissima difficoltà ad interloquire con il sistema bancario, per un semplice motivo: le direzioni delle banche presenti sul territorio, tranne i crediti cooperativi, sono praticamente collocate a Bari o a Lecce. Ed allore con chi parli? Assolutamente disarmante. Si intuisce quindi che Taranto non rientri nelle strategie del sistema bancario nazionale e regionale. Praticamente anche in questo settore Taranto registra l’ennesimo bollino rosso, come per le assicurazioni. Allora ci rivolgiamo alle banche territoriali, alle banche di credito cooperativo, ce ne sono diverse operanti e di varia grandezza. Presentano bilanci apprezzabili, sono ben amministrate, e quindi chiediamo a loro un atto di coraggio in più, perchè di coraggio si tratta. Sosteniamo nella concretezza la piccola impresa locale, il tessuto della nostra economia. Prima di assumere una decisione vhi chiediamo di guardare in faccia l’imprenditore, ascoltarne il progetto, visitarne l’impresa, toccarla con mano. Oggi siamo chiamati tutti a sforzi particolari, l’artigiano, il commerciante, l’agricoltore, l’industriale, ed anche le banche devono fare la loro parte. Non tradite questo territorio che vi ha dato sempre tanto!"
Segretario Provinciale Fabio Paolillo